IL NIDO VUOTO: LA VOCE DELLA COPPIA.
Ottobre, il mese di quelle partenze che non fanno rumore.
Un figlio che parte per studiare lontano, spesso lo fa con una valigia piena di sogni, entusiasmi, paure e attese. E mentre lui parte, chi resta rimane in una casa più silenziosa, che inizia a fare eco: il cosiddetto “nido vuoto”, un’esperienza interna, uno spazio che si riempie di tempo, e a volte, anche di vuoti.Per molti genitori è un momento delicato, la casa si svuota di una presenza quotidiana, di gesti e rituali costruiti nel tempo, allo stesso tempo si riempie di domande, di nostalgie, ma anche di nuove possibilità, ma soprattutto, riporta al centro la coppia.Dove eravamo rimasti, noi due?Alcune coppie riscoprono il piacere di ritrovarsi, dopo anni in cui la genitorialità ha assorbito ogni energia, si torna a guardarsi, a scegliersi, a fare spazio per sé. Una cena senza fretta, un viaggio rimandato, una conversazione non più interrotta.Per altre coppie invece, l’assenza del figlio diventa uno specchio: rende visibile ciò che era stato messo in pausa: conflitti mai risolti, distanza emotiva, solitudini condivise.Quando i figli sono stati il centro, e non solo il frutto di un legame, la loro partenza può far tremare le fondamenta.È un passaggio che può mettere in crisi, oppure offrire una preziosa occasione di crescita. Non possiamo non chiederci: “Cosa resta di noi, oltre al nostro essere genitori?” “Che tipo di coppia siamo diventati, ora che il rumore di fondo si è abbassato?”Domande a volte scomode, ma anche profondamente umane.Domande che, se ascoltate con coraggio, possono aprire strade nuove personali e relazionali, perché il nido si svuota, ma può essere anche il momento in cui si riscopre chi siamo, cosa vogliamo, e dove vogliamo andare, insieme o da soli. 🕊️

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