OSSERVARE NON È VEDERE

Spesso i genitori mostrano ambivalenza nei confronti dei propri figli.
Da una parte credono di conoscerli e sottolineano che nessuno li conosce meglio di loro.
Dall’altra gli stessi genitori non sanno cosa provano i loro ragazzi, cosa sentono, se sono felici o meno. Accorgersi di questo è già un grande passo, vuol dire poterlo chiedere.
In pochi fanno domande, la maggior parte non chiede, preferendo controllare: dai telefonini, ai registri elettronici, a vere e proprie irruzioni nelle camerette.
Non si conoscono i figli spiando, o controllando. Ci si avvicina a loro, osservando, sguardi ed atteggiamenti ed ascoltando cosa dicono, soprattutto cosa non dicono.
Dovremmo imparare un pò di più ad ascoltare non a sentire;
ad osservare non a vedere;
a conoscere non a spiare.