COME ASCOLTARE I MESSAGGI DEL CORPO: IL LINGUAGGIO DEI SINTOMI

Sono state scritte tante cose sul significato dei sintomi e del loro linguaggio:
quando la mente non ascolta, il corpo parla”,
“nei sintomi si esprimono i veri desideri”,
“il sintomo esprime un messaggio non verbale”…

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Ma cosa ci sta dicendo la nostra mente?
Perché a volte il corpo sembra boicottare i nostri impegni, le nostre relazioni, i nostri incontri e opportunità imprigionando energie vitali e costringendo la persona ad una vita limitata?
Quando le emozioni sono troppo dolorose e intollerabili, a volte indicibili, il nostro corpo si difende manifestando questo disagio attraverso uno o più sintomi: a volte i disturbi sono riferiti proprio a specifici organi o parti del corpo che meglio di altri possono rappresentare il disagio specifico da cui dipendono.

Spesso l’attesa di un evento ritenuto significativo (un incontro, un viaggio, un esame…) produce reazioni del corpo apparentemente incomprensibili, ma talmente dolorose ed improvvise che inducono a rimandare e a volte addirittura a rinunciare all’impegno preso.
In questi casi possiamo anche essere spinti ad arrabbiarci con noi stessi o a colpevolizzarci per non essere stati capaci di reagire a questa situazione apparentemente inspiegabile.
In effetti il sintomo può presentarsi non solo in coincidenza di situazioni dolorose, ma anche in occasione di eventi piacevoli, cioè quando qualcosa – sia essa positiva o negativa – interferisce nel nostro stile di vita, modificando un’abitudine consolidata alla quale non vorremmo rinunciare.
La comparsa del malessere genera spesso un turbamento profondo che a volte mette in crisi degli equilibri, sia in ambito familiare/affettivo che di altro genere, in quanto inevitabilmente ciò che avviene nel corpo condiziona gli stati d’animo della persona e la vita di relazione, coinvolgendo innanzitutto la propria famiglia.
In questi casi si fa difficoltà a dare un senso a queste vicende, tuttavia dobbiamo comprendere che a volte un sintomo rappresenta l’unico linguaggio, l’unico mezzo di comunicazione che inconsciamente il soggetto è riuscito ad utilizzare per esprimere vicissitudini legate ad un profondo compromesso affettivo, di cui ha cercato di negare l’esistenza, che in qualche modo si manifesta all’esterno.







  • Elisabetta

    E’ proprio vero, noi siamo i medici di noi stessi.
    Purtroppo molte volte pensiamo che i farmaci siano l’unica soluzione, ma non è così.

    1. cristianafrattesi

      I farmaci non sono mai l’unica soluzione. In certi casi possono essere indispensabili, almeno inizialmente per togliere il sintomo, ma non arrivano mai così in profondità al punto da debellarli; in altri casi ancora si viene a creare una vera e propria dipendenza.L’ideale sarebbe, soprattutto nei casi più gravi, tamponare con i farmaci ed iniziare un percorso terapeutico che ti permetta di lavorare sulle reali cause che lo hanno generato.