“TUTTO BENE GRAZIE!”

Parole sintetiche e rassicuranti, usate spesso per eludere una comunicazione con l’altro che per vari motivi non è opportuno nemmeno iniziare.

Le cose cambiano quando lo ripetiamo a noi stessi, negandoci ogni forma di sofferenza nonostante siano presenti emozioni dolorose, conflitti, dubbi e paure. Ci piace l’idea di apparire forti, capaci e adeguati, ma spesso dentro c’è inquietudine, senso di vuoto, conflitti interiori spesso irrisolti…. Allora si preferisce evitare il confronto per non deludere le aspettative e ci si attiva nelle modalità più disparate per evitare di mettersi in contatto con se stessi: a volte si riempono tutti gli spazi della giornata per non pensare, altre si reagisce criticando e giudicando chiunque, in altri casi si cerca di aiutare gli altri per sentirsi meglio…

Ci si abitua così a negare ogni malessere interiore per timore di non essere compresi, per non diventare un peso che l’altro non riuscirebbe a tollerare. Spesso è una propensione che nasce da lontano e che alimentiamo nel tempo. Cresce gradualmente la convinzione che non sia buono esprimere un’emozione, un sentimento negativo, o semplicemente ci abituiamo a tacere, alimentando l’idea che l’altro apprezza solo le emozioni positive e che la sofferenza non va mostrata, ma negata, nascosta, fino a pensare di essere “sbagliati”.

Un reale “sto bene” difficilmente si pronuncia.Un reale “sto bene”si vede, si sente, si respira.