TRA VOTI E ANSIA

Consigli di classe, in attesa della fine del quadrimestre, tra ansie e preoccupazioni per verifiche, interrogazioni e soprattutto voti.
Troppi ragazzi soffrono per un voto che spesso non corrisponde all’impegno dedicato allo studio.
Spesso si va in ansia per il timore di non sentirsi abbastanza preparati, pur sacrificando molto tempo, a volte qualche ora di sonno, c’è anche chi non si perdona quando non riesce a ottenere il massimo da se stesso.
Sono sempre più convinta che non sono i voti a definire chi sei, che essere il primo non vuol dire il migliore e che essere il più preparato non vuol dire sapere piu cose.
L’augurio per questi ragazzi è quello di potersi permettere qualche caduta, perché è dagli apparenti fallimenti che si impara, più che da qualunque vittoria. Troppo spesso, dietro il vestito dell’eccellenza, prevale la paura, l’insicurezza, a volte anche una bassa autostima.
Perché a volte, anche quando ti impegni con tutto te stesso, può accadere che il tuo meglio non sia sufficiente. Altre volte, è semplicemente la vita ad essere ingiusta, perché anche i migliori non ce la fanno. E comunque nonostante nessuno lo vorrebbe, ci sono cose che accadono e basta.
E quando accadono, puoi sempre vedere la vita da un nuovo punto di vista che magari non avevi considerato. A volte il mondo, per renderti più forte, ha prima bisogno di renderti fragile. E forse la nostra più grande forza sta proprio nella nostra fragilità, che permette di aprirci al nuovo rompendo gli schemi a volte troppo rigidi delle nostre convinzioni e certezze.
La fragilità è ciò che spesso ci impone un nuovo schema, una nuova ripartenza, perché “è proprio dalle crepe che entra la luce.”







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