COME I NOTIZIARI INVADONO LE NOSTRE CASE

Puntualmente il messaggio è anticipato da un effetto sonoro violento ed allarmante, solitamente accompagnato da immagini angoscianti, affatto rassicuranti, a cui si unisce una voce priva di emozione che riassume un titolo in poche parole, lasciando lo spettatore in sospeso dopo averlo trascinato in uno stato ansioso, alimentando così il desiderio di saperne di più, magari sperando che la narrazione successiva sia meno grave di quanto anticipato nel titolo.La scelta della musica e delle immagini ha il potere di sedurre o di spaventare, riducendo la possibilità di recepire il vero contenuto delle notizie, che vengono amplificate o sminuite a seconda di ciò che si vuole trasmettere.Di solito questo avviene nei momenti in cui la famiglia si riunisce per i pasti, quando si dovrebbero vivere dei momenti di intimità, per molti gli unici della giornata che permettono di parlare ed ascoltare.Inconsapevolmente permettiamo a qualcuno di intromettersi con violenza e di stabilire un diverso ordine di priorità delle cose: al primo posto i messaggi che qualcun altro ha confezionato con attenzione, poi forse un rapido accenno agli impegni quotidiani di ciascun familiare, che a quel punto sono poca cosa di fronte a quello che ci è stato veicolato.In questo modo si accetta passivamente di relegare in secondo piano la condivisione di un pensiero, un’emozione, una riflessione che sia estranea alla scaletta di interventi che ci vengono imposti, togliendo dello spazio importante alla nostra vita affettiva ed alla nostra intimità. Credo che le notizie andrebbero lette, più che ascoltate. Perché leggendo possiamo scegliere il momento giusto, stabilire i tempi necessari ad assimilare un concetto, valutare l’attendibilità del messaggio senza essere influenzati da suoni ed immagini scelte ad arte, decidere autonomamente se valga la pena provare dolore o piacere per qualche avvenimento spesso lontano dalla nostra vita. Dovremmo imparare a tutelare sia noi stessi, che in particolar modo i bambini, dal provare emozioni negative e destabilizzanti, ma anche cariche di eccessivo entusiasmo, che altri hanno stabilito per noi.