SPUNTI DI TERAPIA: “SIATE BRAVI …. MA NON TROPPO!”

Nel nostro percorso di vita solitamente siamo accompagnati fin da piccoli dagli stimoli di familiari, insegnanti, persone care, che ci invitano a dare il massimo per “essere bravi”, per raggiungere degli obiettivi.

Poiché crescere e migliorarsi significa inevitabilmente cambiare, quando ciò avviene quegli stessi ambienti (parenti, amici, lavoro…) che prima ci accoglievano possono vederci con occhi diversi. Infatti progressivamente si fanno strada anche altre reazioni e sentimenti da parte di chi avverte un senso di inferiorità.

Così si crea una distanza, perché c’è chi vive come un’umiliazione il successo di qualcuno che prima era considerato alla pari o addirittura inferiore, e con il quale si condividevano progetti, esperienze o momenti di spensieratezza. Inoltre ci saranno alcuni che aspetteranno un’occasione per cogliere delle mancanze o delle difficoltà, magari anche amplificandole, da parte di chi ha provato a differenziarsi da loro, cercando così di ristabilire un equilibrio tra le parti.

L’invidia è una confessione di inferiorità, è un sentimento che non è mai reciproco e va di pari passo con l’incapacità di ammirare l’altro, spingendo a sminuirne il successo ed il lavoro, fino a volte a cercare di ostacolarlo.

In effetti però il fine ultimo dell’invidia non è l’annientamento dell’altro o del suo successo, ma il tentativo di rompere un meccanismo che produce dolore: come uno specchio che riflette ciò che si desidera e che non si è capaci di realizzare, così distruggere l’altro diventa l’unico mezzo per eliminare la presenza di una verità che fa male.

Come l’invidia di Caino verso Abele, che lo porta a reagire con violenza fino ad ucciderlo.

In realtà dietro il gesto di Caino c’è Narciso, dato che l’invidia nasce dall’attaccamento eccessivo al proprio Io: per chi è infatuato di sé, l’altro crea disturbo e genera aggressività.

L’invidia diventa così un tentativo un po’ maldestro di recuperare la fiducia e la stima in sé stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione dell’altro, quindi la persona è sempre indaffarata a realizzare una campagna distruttiva e denigratoria, a volte anche infondata, pur di screditare qualcuno.

Quando si prova invidia per qualcuno dovremmo in effetti chiederci altro: quali aspetti e caratteristiche mi attirano di quella persona, riconoscendo che magari mi piacerebbe assomigliargli… Se l’invidia ci indica il fascino che una persona o una qualità esercitano su di noi, allora potrebbe trasformarsi in uno stimolo a migliorarsi, attivando un lavoro introspettivo per credere di più in se stessi e nelle proprie capacita, e soprattutto nel proprio Io, ma anche accettando i propri limiti.